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LA NOTTE CHE IL DUOMO BRUCIO’

VENTIDUE ANNI FA UN ROGO DISTRUSSE LE STRUTTURE BAROCCHE DELLA CATTEDRALE DI POZZUOLI . MA IL FUOCO PORTÒ ALLA LUCE IL PREESISTENTE TEMPIO ROMANO MARIO SIRPETTINO - IL MATTINO 17 MAGGIO 1986 POZZUOLI – “Quella' notte sembrava il trionfo di Calìgola sulle liburniche a remiganti di fiamme . il Golfo era rosso come il giorno dei fuochi che cadevano proprio a maggio. Era per precisione la notte tra il 16 e il 17 maggio del 1964. La cattedrale bruciava come un rogo furioso. La colata si faceva frane di marmo La colata di murature Barocche che crollavano indebolite dal fuoco ll Rione Terra sembrava corpo straziato e ustionato - Poi crollate le strutture seicentesche, fortuna della disgrazia vennero fuori quelle del tempio che il ricco mercante puteolano Calpurnio dedicava all’imperatore Augusto,all’ora vivente e con l’intento di farselo amico, rabbonito e docile, per “grazia ricevuta”e da ricevere.”Ma vediamo il passato(più consolante certamente). Li è l’acropoli della antica Dicearchia, poi Puteoli oggi Pozzuoli. Si sa che i primi insediamenti avvenivano su alture comunque in angoli dove meglio si presentava la difesa e il dominio. Ebbene, ii Tempio, datato 27 avanti Cristo - 14 dopo Cristo – era in completo marmo con nove colonne d’ordine corinzio più altre sei, con una cella a pianta quadrata. Ai piedi o meglio per intenderci sotto i piedi del Tempio calpurniano, vengono fuori durante i lavori di scavo voluti dopo l’incendio, resti di un tempio greco e resti di un tempio italico. Angelo D’Ambrosio ha studiato ben bene questo esempio unico in Italia, di complesso monumentale riferito a più epoche e conservato in ottimo stato. (…) La cattedrale, con opere e affreschi della celebre scuola napoletana fu dichiarata monumento nazionale nel 1910. con RD. n. 1746 del 21 nove3mbre ed elevata, poi, a dignità di Basilica minore Pontificia da Pio XII. Sulle pietre del duomo, a lungo, durerà il segno che il vescovo spagnolo Martino De Leon nominato da don Giovanni d'Austria, governatore di Pozzuoli, lascerà. ln una notte, tanto per stare in carattere, la nube di fuoco gonfia di cenere e di storia che bruciava. copre la città e il golfo. Poi, il buio sul Rione, sui resti di questo monumento unico al mondo. ll Rione oggi si è volatilizzato e lo scheletro si è fatto di mummia di vergogna e di abbandono. Dopo ventidue anni sul rione e sul tempio regna sovrana l`incuria Calpurnio (il mercante ricco e sazio) e Cocceio (architetto romano furbo e cocciuto) se la ridono Una sola notte per scoprire e restituire alla storia ve agli uomini un pezzo di capolavoro di duemila anni fa . Ventidue anni invece senza fare storia.

La foto in nero è tratta dal libro Salvatore Volpe - I colori della mia terra - Elio De Rosa Editore - in occasione della Mostra patrocinata e allestita dal Comune di Napoli al Castel dell'Ovo nel 2003 per questo nostro grande pittore puteolano.. Mentre la nostra arte pittorica che ha grandi esempi artistici langue in attesa della solita ZTL - ZONA TAVOLOZZE LIMITATE . SALVATORE vOLPE che fu anche insegnante all'Istituto Statale d'Arte di Napoli - si prodigò per il catalogo dei danni e delle opere superstiti dell'incendio del Duomo del 1964, a lui dedicherei il Belvedere antistante il distrutto Comune di Pozzuoli a pochi passi dalla sua passata abitazione e studio artistico...

da un post del Maestro Antonio Isabettini


uniti per pozzuoli


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